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1.
€ 23,00
EAN-13: 9788891799128
P. Moro
Insegnare diritto ed economia. Metodi e prospettive della didattica giuridica ed economica
Edizione:Franco Angeli, 2020
Collana:Filosofia del diritto

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Descrizione

Descrizione del libro

Il volume presenta un'analisi critica di alcune prospettive metodologiche sviluppate nella ricerca scientifica e nell'esperienza anche accademica della didattica giuridica ed economica, con particolare attenzione alla formazione e all'aggiornamento degli insegnanti negli istituti scolastici superiori in base all'ordinamento vigente. Dal lavoro svolto emerge una riflessione culturale, riguardante specialmente l'insegnamento del diritto positivo e dell'economia politica, sulla decisiva rilevanza della didattica come esperienza relazionale, che si realizza attraverso contenuti trasversali, problematiche concrete e metodologie dialogiche, come la casistica giudiziaria o aziendale.

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2.
€ 33,00
EAN-13: 9788891750938
Francesco Cavalla
L'origine e il diritto
Edizione:Franco Angeli, 2017
Collana:Filosofia del diritto

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DescrizioneNum. Collana: , Nr. 21

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3.
€ 35,00
EAN-13: 9788891740540
Emil Mazzoleni
Il diritto nella fiaba popolare europea
Edizione:Franco Angeli, 2016
Collana:Filosofia del diritto

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DescrizioneNum. Collana: , Nr. 20
Il diritto nella fiaba popolare europea: Il magico mondo della fiaba popolare europea spesso presenta concrete situazioni giuridiche: draghi che ereditano notevoli fortune e sovrani che emanano editti, principesse che sono promesse in sposa e cavalieri che rispondono a bandi, fate che effettuano compravendite e streghe che stipulano contratti, ladri sottoposti a processo e diavoli a cui sono conferite procure alle liti. Tali atti giuridici, compiuti dai personaggi fiabeschi, ricorrono di frequente nella fiaba popolare europea, poiché corrispondenti alle funzioni individuate da Vladimir Jakovlevic Propp nella sua opera "Morfologia della fiaba". L'Autore, dopo aver illustrato le strutture semiologiche della fiaba popolare, si propone di saggiare la fecondità concettuale di tale tesi sulla natura giuridica delle funzioni proppiane tramite l'analisi letteraria, storica e giuridica di dodici fiabe europee: "Cappuccetto Rosso", "La Bella addormentata nel bosco", "Cenerentola", "Biancaneve", "Rapunzel", "La regina delle nevi", "Il pifferaio di Hamelin", "La sirenetta", "La Bella e la Bestia", "Il gatto con gli stivali", "Hänsel e Gretel", "Pelle d'Asino". Il libro è infine arricchito dal testo integrale del racconto di fate "I bambini di Hameln", prima traduzione italiana della versione originale della fiaba "Il pifferaio magico" trascritta dai fratelli Jacob e Wilhelm Grimm. The magical world of fairy tales often presents concrete European folk legal situations: Dragons that inherit considerable fortune and sovereigns emanating edicts, princesses who are promised in marriage and knights who respond to calls, make carrying out trades and witches who conclude contracts, thieves put on trial and Devils that are conferred powers of Attorney ad litem. These legal acts, made by tale characters recur frequently in European folk tale, as corresponding to the functions identified by Vladimir Yakovlevich Propp "morphology of the fairy tale" in his work. The author, after demonstrating the semiological structures popular fairy tale, it is proposed to test the effectiveness of that argument on the legal nature of the functions proppiane literary, historical and legal analysis of twelve European fairy tales: "little Red Riding Hood," "sleeping beauty", "Cinderella," "snow white", "Rapunzel", "the snow Queen", "the Pied Piper of Hamelin", "the Little Mermaid," "beauty and the beast" , "Puss in boots", "Hansel and Gretel", "donkey Skin". The book is ultimately enriched by the full text of the fairy tale "the children of Hameln", first Italian translation of the original version of the fairy tale "the Pied Piper" transcribed by brothers Jacob and Wilhelm Grimm.

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4.
€ 17,00
EAN-13: 9788820421526
Roberto Bin
A discrezione del giudice. Ordine e disordine: una prospettiva "quantistica"
Edizione:Franco Angeli, 2013
Collana:Filosofia del diritto

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DescrizioneLa discrezionalità  del giudice nell'applicazione delle leggi è un problema noto a tutti i sistemi moderni, specie ora che i giudici si trovano ogni giorno ad applicare direttamente principi tratti dalla costituzione e persino da altri ordinamenti. Sempre più spesso le valutazioni del giudice sembrano prive di briglie, libere di svolgersi secondo convinzioni personali, piuttosto che nell'alveo dei criteri fissati dal legislatore. Ogni sistema giuridico ha il suo metodo per scegliere e istituire i giudici, ma in nessun sistema è ammesso che essi operino in piena libertà , liberi di creare diritto a loro piacimento. Il legislatore è l'unica autorità  che può vantare una piena legittimazione democratica, per cui ogni esercizio di potere pubblico che non si leghi saldamente alle sue indicazioni appare arbitrario e inaccettabile. Migliaia di libri sono stati scritti per elaborare teorie, regole e principi che dovrebbero arginare l'inevitabile discrezionalità  degli interpreti delle leggi e garantire un certo grado di oggettività . Ma la fisica quantistica ci suggerisce di procedere per altra via, di inseguire altri obiettivi e di accettare una visione diversa della verità  oggettiva. Roberto Bin si è formato nell'Università  di Trieste e ha insegnato in quella di Macerata. Attualmente è ordinario di Diritto costituzionale nell'Università  di Ferrara. È autore di alcuni fortunati manuali universitari e di diversi libri e saggi scientifici (la sua bibliografia si può leggere in www.robertobin.it).

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5.
€ 21,00
EAN-13: 9788856868388
Carla Faralli
Informed consent in medicine: ethical and juridical aspects
Edizione:Franco Angeli, 2013
Collana:Filosofia del diritto

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DescrizioneContemporary medicine opens up new avenues for diagnosis and therapy, and in doing so it also makes available a huge amount of information about a person's state of health - information of immediate use, in the present, but also relevant to the future. This raises a number of concerns that take us beyond the province of medicine strictly construed. In other words, it will not suffice to involve the physician in putting that information to use through the practice of informed consent - by sharing and interpreting the information with the patient and making care decisions on that basis - for it will also be necessary, in this process, to think about the whole range of moral and legal issues arising out of the interaction and communication that goes on between patient and physician. That is the premise for this current issue of Salute e Società , calling attention to the pressing need for a cross-disciplinary discussion among physicians, philosophers, and jurists in tackling questions such as personal freedom, the right to self-determination, the protection of personal data, the right not to know (especially in genetics), the spread of so-called defensive medicine, and the model we should adopt in enabling patients and physicians to share information and communicate in a way that supports the decision-making process. Carla Faralli is full professor of Legal Philosophy at the University of Bologna, where she teaches Applied Ethics. Her investigations are devoted to the history of legal philosophy (she has edited the updated edition of the threevolume work by Guido Fassò, Storia della filosofia del diritto(Laterza 2008), and published La filosofia del diritto contemporanea: I temi e le sfide (Laterza 2009, now in its 10th edition)) and to gender studies and law & literature. And in recent years she has been engaging in the contemporary ethical debate on the challenges posed by the biotechnologies. She is editor of Ratio Juris: An International Journal of Jurisprudence and Philosophy of Law. She holds a position as academic advisor on the bioethics curriculum of the Doctoral Programme on Law and Technology in Bologna. And she also sits on three ethics committees: those of the Sant'Orsola-Malpighi Hospital, of the University of Bologna, and of the Bologna Medical Association.

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6.
€ 26,00
EAN-13: 9788846496102
Paolo Moro
Etica informatica diritto
Edizione:Franco Angeli, 2013
Collana:Filosofia del diritto

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DescrizioneL'impiego diffuso della tecnologia informatica e telematica propone nuove e rilevanti questioni al giurista dell'epoca contemporanea. Ne sono consapevoli gli studiosi che, senza la determinazione di un percorso predefinito di ricerca, sono stati coinvolti nel presente lavoro al fine di esplorare i problemi più rilevanti che sta provocando l'informatizzazione nella società  odierna, con particolare attenzione al metodo e alla prassi del giurista, del legislatore, del giudice. Infatti, i saggi che sono parte di questo lavoro spaziano dal problema della mediazione telematica del giurista alle questioni di tecnoetica in intelligenza artificiale, robotica e bionica; dal processo come algoritmo al problema del metodo nell'ipertesto; dalle prospettive del processo nell'era digitale alla relazione tra "cyberethics" e deontologia forense; dai limiti della c.d. applicazione automatica della legge al fenomeno delle identità  virtuali e del contratto "point and click". Paolo Moro, avvocato, è titolare dell'insegnamento di Informatica giuridica nell'Università  di Padova (sede di Treviso), nonché docente di Elementi di Informatica giuridica e di Teoria e tecnica dell'argomentazione giudiziale nella Scuola interateneo di specializzazione per le professioni legali di Padova. Tra i soci fondatori del Cermeg (Centro di Ricerche sulla Metodologia Giuridica), associazione di studiosi di varie università  italiane e straniere, è direttore della Scuola Forense dell'Ordine degli Avvocati di Pordenone. Tra le sue pubblicazioni si segnalano: La via della giustizia. Il fondamento dialettico del processo (Pordenone 2001); I diritti indisponibili. Presupposti moderni e fondamento classico nella legislazione e nella giurisprudenza (Torino 2004); L'informatica forense. Verità  e metodo (Cinisello Balsamo 2006).

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7.
€ 45,00
EAN-13: 9788820419639
Giovanni Magrì
Dal volto alla maschera. Rappresentazione politica e immagini dell'uomo nel dialogo tra Guardini e Schmitt
Edizione:Franco Angeli, 2013
Collana:Filosofia del diritto

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DescrizioneDa un lato, Carl Schmitt: il futuro Kronjurist del Terzo Reich, che sa andare all'essenza dei fenomeni giuridici con le sue taglienti definizioni, e avuole usare di questo talento per imprimere ai fenomeni una direzione. Crede che la Chiesa di Roma sia la madre del jus publicum europaeum, il diritto romano essendone il padre; e vede nella rivoluzione fatta in nome dell'economia e della tecnica una minaccia mortale, per il sapere giuridico, ma soprattutto per l'immagine dell'uomo che il diritto ha custodito. Dall'altro lato, Romano Guardini: un prete cattolico che riesce a parlare a molti in Germania. Per lui hanno inventato una disciplina, la katholische Weltanschauung; e lui ne ha fatto una pericolosa concorrente della Weltanschauung nazista. Nei suoi scritti parla di liturgia, di vita comunitaria di Chiesa, di dignità  della persona, e legge i classici, filosofi e poeti, con la stessa libertà  e profondità  con cui affascina i ragazzi del Movimento giovanile. Sapevamo già  che, prima dell'avvento di Hitler, Schmitt e Guardini si conoscevano; che avevano avuto discepoli in comune; che contribuivano allo stesso clima di "renouveau cattolico" della cultura tedesca. Questo libro muove dalla documentazione di un rapporto epistolare tra i due, per chiedersi a partire da quale punto i loro itinerari di pensiero inizino a divergere, annunciando la separazione anche dei loro itinerari di vita. Al centro c'è la dottrina filosofico-giuridica della Repräsentation, e due domande sullo sfondo: la scienza del diritto ha in sé degli anticorpi contro il totalitarismo? È possibile, e oggi auspicabile, superare la forma rappresentativa dell'esistenza politica? Giovanni Magrì è dottore di ricerca in Teoria degli ordinamenti giuridici e svolge attività  di ricerca in Filosofia del diritto presso il Dipartimento giuridico dell'Università  di Catania. È autore di La legge della forma. La scienza del diritto di Carl Schmitt, Scriptaweb, Napoli 2010, e di vari saggi e articoli sulla tensione tra diritto e giustizia al tramonto della modernità .

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8.
€ 27,00
EAN-13: 9788856847369
Paolo Moro
Il diritto come processo. Princìpi, regole e brocardi per la formazione critica del giurista
Edizione:Franco Angeli, 2012
Collana:Filosofia del diritto

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DescrizioneIl diritto come processo. All'esposizione di questa prospettiva, teoretica e pratica ad un tempo, è dedicata la prima parte del presente lavoro collettaneo, nel quale gli Autori tentano il superamento critico di una concezione esclusivamente "normocentrica" del diritto presentando come meglio difendibile nella scienza giuridica e nell'esperienza pratica una visione giudiziale, secondo cui momento specifico ed irrinunciabile dell'esperienza giuridica è la controversia che si organizza nel processo. I cinque saggi della prima parte presentano non soltanto una concezione critica per il giurista contemporaneo, ma anche intendono rilevare il suo percorso storico, avviato dalla riflessione filosofica dei Greci e proseguito nella metodologia casistica dei Romani fino all'intensa rielaborazione della giurisprudenza medievale, e la sua attualità  culturale, del tutto evidente nel ripensamento della teoria delle fonti e della positività  del diritto nonché nel recupero della formazione retorica del professionista forense. Nella seconda parte dell'opera, si presenta una raccolta ragionata di schede dedicate appunto a princìpi, regole o brocardi di natura processuale, tratti dalla sapienza giuridica classica, al fine di offrire spunti di approfondimento e di riflessione della prospettiva teoretica esposta nella prima parte. Per ciascuna scheda, corredata da opportuni riferimenti bibliografici, si propone un'analisi articolata secondo la 'nozione' (una definizione ed una spiegazione del principio sotteso all'enunciazione latina esaminata); le 'origini' (una lettura storica e culturale della singola nozione illustrata); le 'fonti'(un'indicazione di alcuni esempi di determinazione del principio, della regola o del brocardo all'interno del diritto positivo vigente). Paolo Moro è professore straordinario di Filosofia del Diritto nell'Università  di Padova (sede di Treviso) ed è direttore del Cermeg (Centro di ricerche sulla metodologia giuridica), associazione di studiosi di varie università  italiane e straniere. Tra le sue pubblicazioni monografiche si segnalano La via della giustizia. Il fondamento dialettico del processo (Pordenone 2004); I diritti indisponibili. Presupposti moderni e fondamento classico nella legislazione e nella giurisprudenza (Torino 2004); L'informatica forense. Verità  e metodo (Cinisello Balsamo 2006) e, in questa collana, la curatela del volume Etica Informatica Diritto (Milano 2008).

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9.
€ 34,00
EAN-13: 9788856848489
Giovanni Messina
Diritto liquido?. La governance come nuovo paradigma della politica e del diritto
Edizione:Franco Angeli, 2012
Collana:Filosofia del diritto

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DescrizioneIl termine governance è diventato uno dei più ricorrenti nel dibattito politico e istituzionale, svolgendo sempre più una funzione di concetto passe-partout nel lessico pubblico, tanto più in uso anche nel linguaggio dei media quanto più inafferrabile nel suo significato. Per questo è necessario interrogarsi sulle cause di tale affermazione, sui significati politici, istituzionali e filosofici che in questo percorso sono implicati e su quali trasformazioni sul terreno della fenomenologia giuridica questo "fenomeno" esprime. Il successo della governance Theory è senza dubbio una delle manifestazioni dell'inquietudine che attraversa la scienza politico-giuridica da un ventennio a questa parte. Fa parte di quella "febbre" di innovazione che il complesso di processi economici e culturali che chiamiamo globalizzazione ha imposto alle scienze delle istituzioni politiche e alla teoria dei processi di produzione della normatività  giuridica. Rispetto a questo scenario, sembra che la teoria politica abbia eletto la nozione di governance a idea privilegiata per descrivere i mutamenti delle interazioni tra istituzioni politiche e interessi presenti nella società . Per queste ragioni, l'analisi condotta nel libro si rivolge ai contesti istituzionali in cui il principio politico-normativo della governance è venuto affermandosi, assumendo il significato che ne connota il suo utilizzo attuale. Muovendo da una critica di fondo alla "sociologia della globalizzazione", nella misura in cui essa più che un'analisi del presente si svela come un progetto politico-culturale, si tenta di cogliere i punti essenziali che sfidano la filosofia politica dei nostri giorni, ponendo l'accento sulla persistenza della centralità  politica e giuridica dell'istituzione statale. In tale prospettiva, quello che nel volume viene chiamato il "paradigma della governance " appare come una proposta teorica che, nel configurarsi come strumento per il superamento delle contraddizioni della democrazia rappresentativa, sembra celare un potente meccanismo di neutralizzazione della conflittualità  presente nelle società  contemporanee e di spoliticizzazione dello spazio collettivo. Giovanni Messina , dottore di ricerca in Filosofia del diritto, Teoria generale del diritto e Filosofia della politica presso l'Università  degli Studi di Roma "La Sapienza", svolge attività  di collaborazione alla didattica e alla ricerca per le cattedre di Filosofia del diritto e Metodologia della scienza giuridica nella Facoltà  di Giurisprudenza dell'Università  degli Studi di Catania. Ha precedentemente pubblicato Contraddizioni e aporie dell'universalismo giuridico contemporaneo (Giuffrè, 2004).

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10.
€ 32,00
EAN-13: 9788856848410
Alejandro Nieto
Critica della ragion giuridica
Edizione:Franco Angeli, 2012
Collana:Filosofia del diritto

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DescrizioneCambia il mondo e cambiano le leggi, tutte le scienze si trasformano e soltanto la ragion giuridica rimane immobile e immutata, distanziandosi sempre più dalla realtà . Questo libro intende avvicinarsi al fenomeno giuridico sulla base dell'esperienza e del sentire comune, mettendo da parte i "detriti" lasciati dalla sterile erudizione, la comoda inerzia intellettuale, il pragmatismo ingannevole e la falsa autorevolezza delle autorità  che hanno smesso di essere tali. Il testo prende avvio da una stimolante citazione medievale: "Tu cogitabis"; ma, in definitiva, non è ottimista, perché è consapevole della terribile verità  formulata da Max Planck molti anni fa: "Un nuovo progresso della scienza non trionfa quando convince e illumina i suoi avversari, ma piuttosto quando essi muoiono e arriva una nuova generazione, con esso familiare". Nella vecchia contrapposizione tra diritto "posto" e diritto "praticato", l'Autore prende posizione per quest'ultimo, analizzandone le diverse modalità  espressive (quella giudiziale, quella dottrinale e quella sociale) e lasciando in secondo piano il "diritto delle gazzette ufficiali", anche se ciò significa negare frontalmente il monopolio statale, peraltro è già  da tempo ampiamente in crisi, della produzione e del controllo delle norme giuridiche. Perché il diritto non consiste soltanto nelle regole, ma soprattutto negli atti in cui si risolve la sua esecuzione, applicazione e pratica. Alejandro Nieto Garcìa (Valladolid, 1930) è professore emerito di Diritto amministrativo presso la Universidad Complutense de Madrid. Già  professore ordinario di Diritto amministrativo in molte Università  della Spagna, è stato anche direttore del Consejo Superior de Investigaciones Cientà­ficas, ed è stato insignito della laurea honoris causa dalla Universidad Carlos III de Madrid e dalla Universidad Nacional de Buenos Aires. È autore di innumerevoli pubblicazioni, tra cui una trentina di monografie nel campo del diritto pubblico, amministrativo e costituzionale; si segnalano le più recenti: El desgobierno de lo pàºblico , Ariel, Barcelona, 2008; El malestar de los jueces y el modelo judicial , Trotta, Madrid, 2010; Mendizà¡bal. Apogeo y crisis del progresismo civil. Historia politica del las Cortes constituyentes de 1836-1837 , Ariel, Barcelona, 2011.

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11.
€ 28,00
EAN-13: 9788856849189
Paolo Sommaggio
Contradditorio giudizio mediazione. La danza del demone mediano
Edizione:Franco Angeli, 2012
Collana:Filosofia del diritto

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DescrizioneNon sono molti anni che il contraddittorio è stato 'calato dall'alto' attraverso la riforma dell'art. 111 della Costituzione ma il valore che ad esso viene attribuito, nell'ambito della esperienza giuridica, consiste per lo più nella drammatizzazione della controversia. Con questa ricerca si intende invece mostrare la razionalità  intrinseca e la forza aletica del contraddittorio. Lo scontro delle parti, che rappresenta l'intima struttura logica del contraddittorio, genera infatti una relazione che consente il dispiegarsi di ciò che supera le pretese particolari delle parti ed è comune ad ambedue sfuggendo, nell'agone oppositivo, al loro pieno controllo: questo perché il contraddittorio rappresenta non solo uno strumento di accertamento/espunzione della contraddizione dai loro detti, ma definisce altresì la condizione affinché le tesi esposte 'abbiano a che fare' con la verità . In questo modo il contraddittorio si rivela qualcosa di più di una delle possibili procedure di risoluzione delle controversie. Il compito che si propone l'Autore è di collegare due prospettive, quella del diritto e quella della filosofia: un ponte tra queste due concezioni in ordine al valore del contraddittorio. Un primo passo verso una genuina cultura giuridica che consideri l'antagonismo processuale non più come espressione di una patologia dei rapporti intersoggettivi, ma come la forma disciplinata di una situazione fisiologica . Paolo Sommaggio è professore associato nella Facoltà  di Giurisprudenza dell'Università  degli Studi di Trento dove insegna Filosofia del Diritto, Metodologia della Scienza Giuridica e Deontologia e Retorica Forense. Avvocato e docente presso diverse Scuole Forensi, è autore di numerose pubblicazioni di argomento giuridico, filosofico e bioetico. Per i nostri tipi si ricordano: Il metodo retorico classico , in F. Cavalla (a cura di), Retorica, processo, verità  (2007); Una filosofia per la genetica , in F. Zanuso (a cura di), Il filo delle parche. Opinioni comuni e valori condivisi nel dibattito biogiuridico (2009); La consulenza (gen)etica. Nuovi miti, nuovi oracoli, libertà  della persona (2010); La logica come giurisprudenza , in F. Zanuso-S. Fuselli (a cura di), Il lascito di Atena. Funzioni strumenti ed esiti della controversia giuridica (2011).

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12.
€ 32,00
EAN-13: 9788856849660
Paolo Moro
Positività  e giurisprudenza. Teoria e prassi nella formazione giudiziale del diritto
Edizione:Franco Angeli, 2012
Collana:Filosofia del diritto

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DescrizioneIl tema della positività  giuridica è stato recentemente riproposto negli studi di filosofia del diritto auspicandone una riformulazione concettuale in un momento, qual è quello presente, di grande dinamismo ed ulteriore scuotimento delle categorie tradizionali. Infatti, la sovranazionalità , il globalismo, l'interazione sociale tecnologizzata e virtualmente universale dell'esperienza giuridica hanno determinato una crisi tanto profonda della monolitica identità  del garante ultimo della positività  del diritto moderno, e cioè lo Stato, da potersi dubitare addirittura della sua capacità  di veicolare ancora significati autenticamente condivisi anche tra gli operatori pratici. In questa situazione, accade che la crisi "a monte" dell'edificio del diritto moderno si traduca in un crescendo di aspettative di certezza "a valle", cioè nei confronti del lavoro del giudice che viene così a supplire non, patologicamente , in questo o quell'ambito particolare dove il legislatore si fosse mostrato tardivo o inefficiente, bensì fisiologicamente come unico "vero" positivizzatore del diritto, con conseguente acutizzazione del problema del controllo logico e giuridico dell'opera della giurisprudenza. I saggi contenuti in questo volume indagano nella teoria le matrici culturali e filosofiche della fragilità  del progetto moderno della positività  giuridica e discutono nella prassi alcune manifestazioni contemporanee della sua crisi, indicando essenzialmente la metodologia del processo come luogo da cui ripartire per riassegnare un senso vitale all'idea della legge e della posizione del diritto. Paolo Moro è professore straordinario di Filosofia del Diritto nell'Università  degli Studi di Padova (sede di Treviso). Tra le sue pubblicazioni monografiche si segnalano La via della Giustizia. Il fondamento dialettico del processo (Pordenone 2004); I diritti indisponibili. Presupposti moderni e fondamento classico nella legislazione e nella giurisprudenza (Torino 2004); L'informatica forense. Verità  e metodo (Cinisello Balsamo 2006). In questa collana ha curato i volumi collettanei Etica Informatica Diritto (Milano 2008) e Il Diritto come Processo (Milano 2012). Claudio Sarra è ricercatore confermato di Filosofia del Diritto nell'Università  degli Studi di Padova. Per i tipi della FrancoAngeli ha pubblicato la monografia Lo Scudo di Dioniso. Contributo allo studio della metafora giuridica (Milano 2010), ed ha inoltre contribuito al volume di Francesco Cavalla, Retorica Processo Verità  (Milano 2007) con due saggi intitolati La dimostrazione retorica: analisi di un'arringa contemporanea e Cattivi argomenti e fallacie nonché al volume curato da Paolo Moro, Etica Informatica Diritto (Milano 2008) con Cyberethics e deontologia forense .

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13.
€ 35,00
EAN-13: 9788820415600
Michele Prospero
Hans Kelsen. Normativismo e diritto privato
Edizione:Franco Angeli, 2012
Collana:Filosofia del diritto

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DescrizioneA quarant'anni dalla scomparsa di Kelsen non è stata ancora colmata una significativa lacuna che si riscontra da tempo nella interpretazione del suo pensiero: l'apporto fornito dallo studioso praghese per l'analisi teorica delle principali categorie del diritto privato. Non si contano gli studi che si sono cimentati sulle difficoltà  metodologiche del normativismo, sulle implicazioni del purismo nel campo del diritto pubblico e internazionale, sulla ricaduta della dottrina della democrazia. Scarna è rimasta invece l'attenzione per il lavoro di decostruzione dei concetti del diritto privato intrapreso dal normativismo con la negazione del dualismo tra diritto soggettivo e diritto oggettivo. Attraverso una ricostruzione sistematica, questo libro cerca di riparare ad una visibile e non più giustificabile trascuratezza offrendo così una immagine completa del Kelsen "privatista". Michele Prospero è docente di Filosofia del diritto e Scienza politica nella Facoltà  di Scienze politiche, sociali e della comunicazione dell'Università  La Sapienza di Roma. Dirige la rivista Democrazia e Diritto . Per i nostri tipi ha già  pubblicato: Alle origini del laico (2006); La Costituzione tra leaderismo e populismo (2007); Filosofia del diritto di proprietà  (2 volumi, 2009).

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14.
€ 25,50
EAN-13: 9788820414993
Carla Faralli
Consenso informato in medicina: aspetti etici e giuridici
Edizione:Franco Angeli, 2012
Collana:Filosofia del diritto

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Prezzo di acquisto€ 25,50
DescrizioneLa medicina contemporanea non solo rende possibili nuovi percorsi diagnostici e cure terapeutiche, ma consente anche di ottenere una quantità  enorme di informazioni sullo stato di salute e di malattia della persona, nell'immediato e nel futuro: ciò implica la valutazione di una molteplicità  di aspetti, non solo di esclusiva competenza medica. Infatti, oltre al necessario coinvolgimento del medico nel favorire il processo informativo, interpretativo e deliberativo nei confronti del paziente, la pratica del consenso informato richiede una particolare valutazione anche delle problematiche e degli aspetti etico-giuridici emergenti dal processo partecipato di comunicazione tra medico e paziente. Questo spiega la stringente necessità  di dedicare questo volume di Salute e Società  a una riflessione interdisciplinare tra medici, filosofi e giuristi attorno ai profili legati alla libertà  della persona; al diritto all'autodeterminazione; alla tutela dei dati personali; al diritto di non sapere, soprattutto nel campo della genetica medica; alla diffusione della medicina cosiddetta "difensiva" e alle proposte per un modello di informazione/comunicazione tra medico e paziente utile al processo decisionale. Carla Faralli è professore ordinario di Filosofia del Diritto all'Università  di Bologna, dove tiene anche l'insegnamento di Etica applicata. Ha condotto ricerche sulla storia della filosofia del diritto (ha curato l'edizione aggiornata dei tre volumi di G. Fassò, Storia della filosofia del diritto, Laterza, 2008, e ha pubblicato La filosofia del diritto contemporanea. I temi e le sfide , Laterza, 2009, IX ed.); sull'analisi teorica dei concetti fondamentali del pensiero giuridico quali Stato, certezza e fonti del diritto; su diritto e genere e diritto e letteratura. Negli ultimi anni ha approfondito il dibattito filosofico-giuridico sulle nuove sfide poste dalla bioetica e dalle nuove tecnologie in campo biomedico. È editor della rivista Ratio Juris; Direttore del Centro Interdipartimentale in Storia del Diritto, Filosofia e Sociologia del Diritto e Informatica Giuridica; responsabile scientifico del curriculum in bioetica del Dottorato in Diritto e nuove tecnologie; membro del Comitato etico dell'Azienda Sanitaria S.Orsola-Malpighi; del Comitato di bioetica dell'Ordine dei medici di Bologna; del Comitato di bioetica dell'Università  di Bologna.

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15.
€ 39,00
EAN-13: 9788820412210
Giuseppe Limone
La domanda di libertà , l'offerta di responsabilità 
Edizione:Franco Angeli, 2012
Collana:Filosofia del diritto

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DescrizioneNell'evolversi di un possibile, e sicuramente auspicabile, incontro fra l'io individuale e il tu sociale, accade che l'io individuale si avveda che la sua spontaneità  riesce a realizzarsi come libertà  se si realizza come libertà  di non confliggere distruttivamente con gli altri. Allora nella sua domanda di spontaneità  egli diventa cosciente che può realizzarsi come libertà  soltanto autolimitandosi. Dall'altro lato il tu sociale diventa, prima o poi, consapevole che può fissare argini all'individuo se gli consente di esercitare la sua libera spontaneità . Dunque l'individuo può essere libero soltanto a condizione di essere responsabile, cioè cosciente dell'esistenza limitante del tu, mentre il tu sociale si accorge di poter imporre una responsabilità  soltanto se consente all'io individuale l'esercizio della sua libertà . La libertà  come domanda si auto-impone come confini quei medesimi argini che il tu sociale impone all'io secondo il proprio strutturale statuto di istanza che lega. Pertanto la domanda di libertà  sta sotto la condizione della responsabilità , mentre l'offerta sociale di responsabilità  sta sotto la condizione della libertà . Alla libertà  come domanda corrisponde la responsabilità  come offerta. Due mondi s'incontrano in un luogo comune, che configura la struttura portante di un mondo-della-vita umano. È questo il tema cruciale, antico e sempre nuovo, aporetico ma ineludibile, che viene affrontato da varie angolature nei saggi di questo volume. Giuseppe Limone è professore ordinario di Filosofia del Diritto e della Politica presso la Seconda Università  degli Studi di Napoli. È stato direttore del Dipartimento di Scienze Giuridiche della stessa Università . Fra i suoi numerosi lavori vi sono: Tempo della persona e sapienza del possibile (tomi 2), Napoli 1988-1991; Dimensioni del simbolo , Napoli 1997; Il Sacro come la contraddizione rubata. Prolegomeni a un pensiero metapolitico dei diritti fondamentali , Napoli 2001; Il simbolico come cifra di gravitazione nello spazio noetico , Napoli 2003; Dal giusnaturalismo al giuspersonalismo. Alla frontiera geoculturale della persona come bene comune , Napoli 2005. Ha curato L'era di Antigone 1, 2, 3, 4.1 e 4.2, 5. Ha fondato e dirige la rivista "Persona".

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16.
€ 22,00
EAN-13: 9788846496584
Maurizio Manzin
Ordo Iuris. La nascita del pensiero sistematico
Edizione:Franco Angeli, 2012
Collana:Filosofia del diritto

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DescrizioneQuesto lavoro testimonia il tentativo di fondare una teoria dell'identità  e della differenza nella filosofia del diritto. Esso aspira, inoltre, a fornire qualche orientamento per rispondere alla seguente domanda: donde proviene (e come si sostiene) l'idea per cui il sistema rappresenterebbe un modello privilegiato nella costruzione del ragionamento giuridico? La tesi qui argomentata è che i presupposti per una riduzione progressiva dell'ordine dinamico, tipico della prospettiva classica, ad ordine sistematico nel senso moderno, furono elaborati dai filosofi neoplatonici. Non è difficile individuare le conseguenze di questa riduzione sul piano della scienza del diritto: si pensi, per fare due soli esempi, alla questione della gerarchia delle fonti o a quella dell'autonomia di una 'prima norma' che, per costituirsi, non abbisognerebbe di alcun orizzonte etico o metafisico. Maurizio Manzin è professore ordinario di Filosofia del diritto nell'Università  di Trento. Dirige il Cermeg, Centro di Ricerche sulla Metodologia Giuridica (www.cermeg.it), di cui è stato uno dei fondatori. Da anni si occupa della questione del metodo nella scienza giuridica e dello sviluppo della logica giudiziale, con particolare attenzione al periodo tardo-antico e pre-umanistico: a questi argomenti ha dedicato alcune monografie e numerosi articoli, comparsi in riviste scientifiche e miscellanee sia in Italia che all'estero.

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17.
€ 24,00
EAN-13: 9788856831153
Paolo Sommaggio
La consulenza (gen)etica. Nuovi miti. Nuovi oracoli. Libertà  della persona
Edizione:Franco Angeli, 2012
Collana:Filosofia del diritto

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DescrizioneLa nuova figura professionale del consulente (gen)etico impone di riflettere sulle scelte bioetiche del singolo, intese come momenti cruciali della vita di un individuo e non come manifestazioni di contrapposte ideologie. Infatti le nuove biotecnologie, e la genetica in modo particolare, non consentono l'utilizzo di un criterio di giustificazione che si muove "dall'alto verso il basso", pena il sacrificio della libertà  dell'individuo sull'altare del dibattito teorico. Il consulente, perciò, non potrà  presentare soluzioni predeterminate, ma dovrà  aiutare il consultando a formulare un percorso argomentativo personale in grado di collegare le proprie scelte alle proprie premesse culturali e valoriali. L'autore ci accompagna passo per passo lungo questo percorso dialogico di autocomprensione razionale, cercando nella consulenza di matrice psicologica e filosofica le radici culturali di questa nuova professione, che esorbita da un contesto strettamente clinico. Per evitare una deriva di eterodirezione, la consulenza genetica dovrà  considerare quale proprio fine precipuo la libertà  del consultante. Essa potrà  essere tutelata con successo solo se, grazie all'opera di "contrasto" del consulente-Socrate, il richiedente verrà  restituito a se stesso, ovvero dirà  a sé la sua verità . Verità  che consiste in un collegamento tra i presupposti, non opponibili, che regolano la sua visione del mondo (logos) e la sua scelta di vita (bios) e che consentono di scoprirsi persona in senso autentico. Paolo Sommaggio insegna Filosofia del Diritto, Metodologia della Scienza giuridica e Deontologia e Retorica Forense presso l'Università  degli Studi di Trento. Avvocato e docente presso diverse Scuole Forensi, è autore di numerose pubblicazioni di argomento giuridico e bioetico, tra cui si ricorda Il dono preteso. Il problema del trapianto di organi: legislazione e principi (Padova 2004).

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18.
€ 16,00
EAN-13: 9788846449795
Antimo Cesaro
La politica come scienza. Questioni di filosofia giuridica e politica nel pensiero di Tommaso Campanella
Edizione:Franco Angeli, 2011
Collana:Filosofia del diritto

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DescrizioneLa crisi della modernità  ha comportato una diversa considerazione delle categorie etiche, giuridiche e politiche. Il connotato comune delle moderne teorie del diritto naturale è da ravvisare nella sostituzione della trascendenza con l'immanenza delle leggi e delle istituzioni politiche, con la conseguente prevalenza della volontà  dello Stato sulla voluntas Dei . La realtà  è considerata matura per produrre da sé il giusto e, conseguentemente, anche il cosiddetto obbligo di diritto naturale, emancipandosi dalla sua base teonoma, è fatto scaturire dalla natura stessa delle cose, in uno sviluppo progressivo che lo fa evolvere in legge. Sul piano politico, lo Stato, risultato della riflessione e del calcolo , opera d'arte e prodotto dell' arte dello Stato e della scienza di governo , ha al suo vertice non più un principe nel senso feudale del termine, ma piuttosto un sovrano indipendente che fa di preferenza affidamento sulla sua intelligenza e sulle sue risorse piuttosto che su principi etici o sulla posizione che gli è affidata da Dio in una società  piramidale. Contro questo processo di secolarizzazione e di autonomizzazione del diritto e della politica si erge Tommaso Campanella, la cui vasta produzione di scritti politici è in larga misura sconosciuta agli studiosi in netto contrasto con l'amplissima diffusione delle numerose edizioni della Città  del Sole , che ha finito per avere un effetto addirittura distorcente e riduttivo rispetto all'acutezza e alla profondità  di pensiero del filosofo di Stilo. Campanella riprende il concetto (già  abbandonato da Duns Scoto e da Guglielmo di Ockham) di lex aeterna come radice unica e ineliminabile di ogni diritto e di ogni attività  legislativa. E se in Gregorio da Rimini la lex aeterna era da intendersi come recta ratio , è proprio sul concetto di ratio che si concentra l'attenzione del filosofo di Stilo, volta a sottolineare una distinzione gerarchica tra ratio humana e Ratio divina e una dipendenza dell'una dall'altra non solo in sede teorica ma anche pratica, dal momento che l'uomo possiede una ragione partecipata per mezzo della quale è costituito ut ens rationale. Negando l'oggettivismo autonomo dei valori e ricollegandosi, probabilmente in modo inconsapevole, alle teorie di alcuni dei più insigni rappresentanti della tarda scolastica spagnola, Campanella pone in Dio il fondamento ultimo della legge e dello Stato. Ribadendo i fondamenti metafisici del diritto e della politica il frate domenicano compiva una vera e propria saldatura tra la dottrina etico-giuridica e il resto del suo sistema filosofico; con ciò, però, il pensiero campanelliano, evolvendo in maniera affatto originale (una originalità  scaturente da un totale anticonformismo rispetto alle maggiori scuole di pensiero che andavano affermandosi quali antesignane della modernità ) nel panorama filosofico del primo Seicento, sanciva la sua condanna all'oblio e rafforzava, nel contempo, l'immagine di un pensatore continuamente in bilico tra due epoche, formatosi alla scuola di Telesio (e perciò desideroso di studiare la natura iuxta propria principia ) ma ancora attratto dal profetismo, dalla cabala e dall'astrologia, tanto da suscitare la facile ironia dei suoi contemporanei. Antimo Cesaro (Napoli 1968), dottore di ricerca in Filosofia politica presso l'Istituto di Studi Politici S. Pio V di Roma, già  membro del Consiglio Nazionale dei Beni Culturali e docente a contratto presso la Facoltà  di Giurisprudenza della II Università  degli Studi di Napoli, è attualmente titolare di assegno di ricerca presso l'Università  degli Studi del Molise per uno studio su La filosofia giuridica nell'età  della Controriforma ; collabora, inoltre, all'attività  didattica presso le cattedre di Filosofia del diritto e Filosofia politica della Facoltà  di Giurisprudenza dell'Università  "Federico II" di Napoli. Tra le sue pubblicazioni, oltre a vari studi sul pensiero politico del medio e tardo stoicismo e dell'età  del Rinascimento, ha curato l'edizione critica degli Aforismi politici (Napoli 1997) e del De politica (Napoli 2001) di Tommaso Campanella.

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19.
€ 27,00
EAN-13: 9788856817201
Francesco Cavalla
Retorica processo verità . Principà® di filosofia forense
Edizione:Franco Angeli, 2011
Collana:Filosofia del diritto

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DescrizioneGli autori muovono dalla tesi classica per la quale il processo rappresenta un fondamentale laboratorio di ricerca della verità . Può sembrare insensato sostenere una tesi del genere proprio oggi, in un tempo nel quale l'atteggiamento dominante verso la parola "verità " si manifesta nel dubbio, nella diffidenza o, addirittura, nell'aperta irrisione, mentre la conclusione di molti (troppi) processi sembra effettivamente obbedire a criteri poco sorvegliati. Ma un simile scetticismo, la cui espressione spesso non supera il livello del chiacchiericcio, rappresenta pur sempre una posizione meramente pregiudiziale. E questa va superata - come si documenta nei saggi del volume - ascoltando e apprendendo dai protagonisti del dibattimento le tecniche, le strategie, i criteri con i quali avvocati, giudici e pubblica accusa cercano un risultato comunque degno di essere accolto da tutti. Questa seconda edizione è stata redatta tenendo ampio conto delle osservazioni che, nell'ambito di seminari variamente promossi dall'Università  o dagli Ordini professionali, sono state proposte nei confronti della prima (esaurita), suggerendone revisioni ed ampliamenti.

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20.
€ 25,00
EAN-13: 9788834888070
Romano Bruno
Filosofia della forma. Relazioni e regole
Edizione:Giappichelli, 2010
Collana:Filosofia del diritto

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